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BENNU ED I MATTONI DELLA VITA

5 febbraio 2025 di
BENNU ED I MATTONI DELLA VITA
Daniele Mazza

101955 Bennu è un asteroide carbonaceo con un diametro medio di 490 m, scoperto L'11 settembre 1999. Prende il nome da Bennu, l'antico uccello mitologico egizio associato al Sole, alla creazione e alla rinascita. La sua orbita interseca quella della terra, ma è molto più eccentrica (e = 0.204 contro e =0,017 per la Terra) Inoltre il suo periodo orbitale è circa il 20% più lungo dell’anno terrestre. L’insieme di questi fattori permette una serie di ‘incontri ravvicinati’ come si vede dalla simulazione che segue.

Simulazione dell'orbita terrestre (blu) e di bennu (rosso)

Durante uno di questi passaggi fu avvicinato da una sonda partita dalla Terra nel settembre 2016, con lo scopo di raccogliere campioni della sua superficie e riportarli a Terra per analizzarli. La missione (OSIRIS-Rex) ebbe un completo successo , raccogliendo nel 2020 alcuni campioni (circa 60 grammi) e riportandoli sulla Terra nel settembre 2023. Prestando estrema cura per evitare contaminazioni, i campioni dell’asteroide furono distribuiti ad alcuni laboratori. Da alcuni mesi compaiono in comunicazioni scientifiche i primi studi analitici. In particolare uno del gennaio 2025 ha destato molto scalpore, per la scoperta di molecole che si possono considerare i primi mattoni costitutivi della materia vivente. Questo studio, pubblicato su Nature Astronomy (https://www.nature.com/articles/s41550-024-02472-9) descrive in dettaglio le molecole scoperte. I ricercatori hanno trovato 14 dei 20 amminoacidi che la vita sulla Terra usa per produrre proteine, ed inoltre tutte e cinque le basi nucleotidiche utilizzate dalle cellule viventi per duplicare e trasmettere il codice genetico in forma di DNA o RNA. Questi catene molecolari (biopolimeri) istruiscono la cellula sul come sintetizzare biomolecole complesse organizzando gli amminoacidi in proteine, necessarie per la vita come la conosciamo. Il principio della duplicazione del DNA è basato sull’accoppiamento di basi adenina-timina e citosina-guanina, come indicato dal disegno seguente, mentre la quinta di queste basi, l’uracile, è contenuto nell’RNA in luogo della timina.

Accoppiamento delle basi nucleotidiche guanina-citosina nel DNA e RNA, mediato da tre legami a ponte di idrogeno (tratteggiati)

Accoppiamento delle basi nucleotidiche adenina-timina nel DNA, mediato da due legami a ponte di idrogeno (tratteggiati)

Non è una prova che la vita stessa sia esistita su Bennu, ma dimostra che le condizioni erano adatte all'emergere della vita agli albori del sistema solare, quando Bennu si formò, ovvero 4,5 miliardi di anni fa. Un’altro interessante risultato deriva da un fenomeno noto come ‘chiralità’ che è presente in 19 dei 20 amminoacidi proteinogenici. Essi infatti possono essere sia "sinistrorsi" che "destrorsi" (il che significa che ci sono due diverse versioni speculari di ogni amminoacido). Gli amminoacidi su Bennu sono praticamente ugualmente sinistrorsi e destrorsi. Ciò significa che anche gli amminoacidi sulla Terra primordiale erano chirali e che più tardi la natura usò quasi esclusivamente la varietà sinistrorsa. La figura seguente illustra l’amminoacido valina, identificato su Bennu, nelle sue due forme speculari. (Rosso ossigeno, blu azoto, grigio carbonio e bianco idrogeno)

Soltanto la forma a sinistra (L-valina) esiste sulla Terra, mentre su Bennu sono state scoperte entrambe le forme. Ulteriori studi sui campioni di Bennu potrebbero aiutare a risolvere altri misteri sull’origine della via sulla Terra. Ciò che mostrano già è che le condizioni adatte all'emergere della vita erano probabilmente diffuse in tutto il primo sistema solare. Ciò aumenta quindi la possibilità che la vita si sia sviluppata altrove, ad esempio sulle lune "oceaniche" come Europa ed Encelado.