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Conferenze ad ingresso libero alle ore 21:00 presso la sede dell’Osservatorio.

Marco Buttu ha da poco concluso una missione estrema per conto del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide: 13 mesi nella stazione di ricerca Concordia, situata nell’altopiano antartico, dove la temparatura scende sotto i -80°C, vi è carenza di ossigeno, aria secca, tre mesi di buio continuo e nessuna forma di vita, nemmeno virus e batteri.  La stazione Concordia è l’avamposto umano più isolato al mondo tant’é che Marco e i suoi 12 colleghi sono stati ancora più isolati degli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Inoltre, per i 9 mesi invernali, che vanno da febbraio a novembre, la base era irraggiungibile per cui il team non poteva essere soccorso e doveva far fronte ad ogni emergenza. Le condizioni di isolamento ed ambientali in cui ha vissuto hanno diverse analogie con quelle che si potranno avere in una missione spaziale di lunga durata, per questo motivo l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha compiuto sul team degli studi di biologia umana in modo da capire come il corpo si potrebbe adattare ad un ambiente extraterrestre. Gli studi compiuti dall’ESA sono stati di contorno rispetto allo scopo principale della missione, che consisteva nel condurre dei progetti di ricerca scientifica in vari campi: glaciologia, astronomia, fisica dell’atmosfera, sismologia, ecc.

 

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